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Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

giovedì 21 aprile 2016

ALBERI MONUMENTALI DEL PARCO NAZIONALE DEL POLLINO


Finalmente l’Ente Parco pubblica una ricerca.

E lo fa nel migliore dei modi: un bel volume fotografico, con schede tecniche, posizione geografica e testo anche in inglese.

La copertina del volume
Si tratta del testo ALBERI MONUMENTALI DEL PARCO NAZIONALE DEL POLLINO.

Centotrentasette esemplari che vanno dagli abeti bianchi di San Francesco, agli aceri, carpini, faggi, lecci, querce e, ovviamente, il pino loricato.

La pubblicazione è il risultato di una campagna di ricerca avviata sotto forma di censimento delle piante monumentali presenti nel territorio del parco a partire dal 2012 ed ha prodotto il rilevamento, le misure e la posizione geografica di oltre centotrentasette degni e grandi monumenti della natura.

L’iniziativa realizzata sulla scia dell’Operazione Grande Albero promossa e realizzata dal WWF e dal Comitato Parchi agli inizi degli anni Settanta, aveva come obiettivo quello di censire e catalogare i Patriarchi Verdi della natura italiana.

In seguito la campagna di censimento è stata curata dal Corpo Forestale dello Stato, il quale attraverso, i suoi numerosi e capillari comandi-stazione presenti su quasi tutti i comuni italiani, è arrivato a classificare oltre 22.000 alberi di notevole interesse, ben più di 2000 piante di grande interesse e di 150 esemplari di eccezionale valore storico o monumentale.

L’obiettivo del WWF in quegli anni fu quello di sensibilizzare le Amministrazioni pubbliche sul fatto che una grande pianta è un monumento della natura al pari di una grande opera d’arte dell’uomo.


Ricordo che se da un lato molti piccoli e mediocri proprietari terrieri temendo di ritrovarsi con vincoli di divieto, iniziarono l’abbattimento di numerosi esemplari di piante gigantesche, dall'altro canto ci furono anche casi eclatanti di salvaguardia di piante  davvero imponenti, grazie alla sensibilità di alcuni uomini più attenti e solleciti verso questi giganti della natura.

Uno per tutti, il caso della roverella di Maglie, appartenente ad una nobile famiglia del Salento, che fu sradicata per dare posto ad una nuova piantagione di ulivi e che,
Corteccia di Pino loricato (photo di E. Pisarra)
grazie all’intervento di un botanico dell’università di Lecce, fu spostata e messa a dimora in un altro posto della proprietà. Grande gioia per tutti quando, l’anno successivo, la pianta emise le prime foglioline verdi di stagione.  

Dalla campagna di sensibilizzazione scaturì la legge nazionale che porta le Disposizioni per la tutela e salvaguardia degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale.

Racconta il prof Orazio Ciancio, presidente della Accademia Italiana di Scienze Forestali, che gli alberi monumentali hanno una grande importanza sul piano ecologico, culturale ed etico perché rappresentano elementi di collegamento fra le diverse scale temporali in cui si svolgono i processi che sostengono le funzionalità degli ecosistemi naturali, fungendo da proprie eredità biologiche.

Il lavoro di censimento e catalogazione raccolto in questo bel volume edito dal Parco è stato concretizzato da Aldo Schettino, funzionario del Parco e Dottore forestale; le immagini, invece, sono state realizzate dal “mitico” Carmelo Pizzuti, vero motore propulsore in fatto di problematiche ambientali, sensibile al bello e indefesso lavoratore, sempre pronto a recarsi negli angoli più remoti del Pollino per fotografare quella tal pianta.

Un altro merito va sicuramente al lavoro del personale del CFS che ha saputo raccogliere le segnalazioni; infine, un particolare plauso va ai numerosi cittadini del Parco che hanno segnalato una pianta più o meno importante, storica, importante per la memoria collettiva perché legata a  “fatterelli” e aneddoti locali. 

Splendidi esemplari di pino loricato fulminati
su Serra di Crispo (Photo di E. Pisarra)
Il volume mostra come questo Ente Parco, sia riuscito a realizzare una cosa “sostenibile” con i propri fini istituzionali per far conoscere  l’immenso patrimonio forestale presente nel proprio perimetro.

Le schede, curate da Aldo Schettino, riportano il comune e la località dove si trova la pianta, la quota, le coordinate geografiche, i nomi dialettali e i vari dati biometrici quali la circonferenza, l’altezza e la stima dell’età.

Ovviamente, un discorso particolare è stato fatto sul Pino Loricato, pianta unica in Italia, simbolo del nostro parco: sono stati raccolti nomi che evocano eventi, animali e storie di indubbio fascino.

Tra questi i GENDARMI, due splendidi esemplari che sono punto di riferimento per gli escursionisti che attraversano i piani di Pollino.

Seguono l’ANACONDA, il BROCCOLO, APOLLINEO, l’esemplare riportato anche sulla copertina del volume che, a detta degli Autori, richiama il nome del Parco e nello stesso tempo rappresenta, più di tutti gli altri,  l’ideale di perfezione e l'espressione armonica delle forme, della bellezza: una sorta di Bronzo di Riace del Pollino.

Segue FORTEBRACCIO, il TITANO,  i GRANDIRAMI, i QUATTROFUSTI, la PIOVRA, il PATRIARCA e non poteva mancare un pino loricato dedicato al grande botanico lainese Biagio Longo , scopritore della presenza di questa pianta sulle nostre montagne, fino ad allora segnalata solo sui Balcani. Si tratta dell’esemplare di maggiori dimensioni del parco con una biomassa stimata di oltre trentacinque tonnellate di legno. A questa pianta è stata asportata una “carotina” con 519 anelli.

Questo importante studio ha permesso di individuare la distribuzione geografica nel territorio del parco del pino loricato e lo “stato di salute” della popolazione; ne viene fuori una situazione abbastanza difficile: la popolazione è vecchia con scarso rinnovamento, senza piante intermedie, con alta percentuale di piante morte.

Inoltre le ricerche hanno evidenziato gli usi più vari di questo legno: dai bauli per i nostri emigranti in terre lontane, alle tede per le fiaccolate in occasioni di processioni e feste religiose ... e anche per farne una custodia di violino!

Complimenti agli autori, ideatori e a tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di questo censimento , davvero indispensabile per dare un ulteriore “valore aggiunto” al nostro patrimonio forestale che non è secondo a nessuno!


 

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