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Umberto Caldora (lettera a Gaetano Greco Naccarato, 1963)

mercoledì 13 luglio 2016

l'ottavo Simposio dei Geoparchi, patrimonio dell'Unesco sul Pollino


Finalmente il Pollino esce dalle sue manifestazioni locali ed entra in una nuova ottica: mostrare il territorio al mondo. Lo fa in occasione dell’ottavo simposio dei geoparchi, patrimonio dell’Unesco.

Il tema TUTELA, VALORIZZAZIONE E GESTIONE DELLA GEODIVERSITÀ è stato
discusso in una “tre giorni” svoltasi tra Mormanno e Senise dal 4 al 6 luglio (vedi programma su questo blog). Qui racconto solo il primo giorno dei lavori ai quali ho potuto partecipare.

 Lunedì mattina, Mormanno, sala del Cinema comunale.


 
I lavori, moderati dal giornalista Vincenzo Alvaro, sono stati aperti dal presidente Pappaterra, a seguire l’intervento del direttore Milione; il sindaco Armentano di Mormanno, il quale ha informato come “da qualche anno si è invertita la percezione dei vincoli del Parco sulle comunità: oggi abbiamo risultati positivi. Si dice che la scelta di Mormanno è luogo ideale per questo seminario”.

I presidenti degli Ordini regionali dei geologi (Francesco Fragale, per la Calabria, e Nunzio Oriolo, per la Basilicata) si sono soffermati molto sulla cronistoria – a partire dal 2012 – dei lavori per la ricerca dei geositi e sulle loro potenzialità in termini di valorizzazione turistica.


È quindi intervenuto Luigi Bloise, geologo del Parco, il quale insieme con l’ingegnere Luigi Calabrese ha curato il dossier per la candidatura del Pollino per essere inserito nella Rete dei Geoparchi dell’Unesco.

Da sinistra, Aniello Aloia, Antonella Rizzo, Giampiero Sammurri, Mimmo
 Pappaterra, Franco Violo, Francesco Ricciardi e Antonio Nicoletti.
(Photo di E. Pisarra)

“La geologia è propedeutica ai prodotti tipici; al Pollino è stato chiesto di spiegare il sistema ambientale per incrementare l’economia di alcuni territori” ha raccontato Luigi Bloise e si è detto certo che “la nostra area protetta saprà parlare alle istituzioni e al territorio”. A tal proposito Bloise ha annunciato che è stato costituito “un ufficio apposito per i rapporti con le Università che ci aiutano a comunicare la geologia del Pollino affinché essa possa portare valore economico al territorio”.


“Il Geoparco come volano per l’economia locale”, ha aggiunto il dott. Violo del Consiglio Nazionale dei Geologi.

Ai saluti e alle relazioni è seguita una tavola rotonda con:

  • Aniello Aloia, coordinatore Comitato nazionale italiano Geoparchi Globali UNESCO;
  • Dorina Bianchi, sottosegretario ai Beni culturali e al Turismo;
  • Mimmo Pappaterra, presidente del Parco del Pollino ;
  • Franco Violo, Consiglio nazionale dell’Ordine dei geologi;
  • Francesco Ricciardi, dirigente del Settore parchi della Regione Basilicata, in rappresentanza del presidente Pittella;
  • Antonella Rizzo, assessore all’Ambiente della Regione Calabria, in rappresentanza del presidente Oliverio;
  • Giampiero Sammurri, presidente di Federparchi;
  • Antonio Nicoletti, responsabile delle Aree protette di Legambiente;
  • Nicolas Zouros, ideatore e presidente della Rete dei Geoparchi;




Ha aperto i lavori Aniello Aloia, con la presentazione dei geoparchi riconosciuti a Parigi lo scorso anno come altra branca dell’UNESCO; è seguito l’elenco dei dieci parchi italiani con il nuovo arrivato: il Pollino.

Carta dei Geoparchi in Italia
L’obiettivo di questa rete è di lavorare insieme per uno scambio di buone pratiche. Infine, Aloia ha ricordato a tutti le modalità per la candidatura di un territorio per entrare nella rete dei Geoparchi, ricordando come deve essere la struttura proprietaria del sito a creare il dossier e non i gruppi di progettisti i quali, se mai, possono svolgere un ruolo di consulenti.

A questo punto l’intervento del prof. Nicolas Zouros, in perfetto italiano, dopo i ringraziamenti di rito, è entrato nel merito e ha spiegato, con l’aiuto di alcune slide molto dettagliate, cos’è la rete mondiale dei geoparchi e a cosa serve; ha raccontato anche come la gestione dei siti geologici non sia stata una priorità per l’Unesco fino a quando, nel 1972, si cominciò a parlare della tutela del patrimonio naturalistico ma anche geologico.


Solo nel 1991, dopo la dichiarazione dei diritti di Madre Terra, è nata la rete dei geoparchi.

Oggi la rete europea dei geoparchi ha 69 geositi ubicati in 23 Stati.

Lo scorso novembre è nata la rete Unesco dei Global Geoparks.

I geoparchi sono creati per promuovere, attraverso una forma di geoturismo, le caratteristiche territoriali di aree che includono siti geologici.

I siti devono essere di pertinenza internazionale, avere paesaggi unici, un aspetto olistico e educare a uno sviluppo sostenibile.

Inoltre, i geoparchi, che devono essere prima protetti dalle leggi dei singoli stati, devono saper coinvolgere le comunità locali, lavorare per l’educazione ambientale e favorire i gemellaggi tra di loro.

Il Pollino è stato anche inserito nella rete tematica delle zone ofiolitiche (OPHIOLITIC GEOPARKS), gruppi di parchi che presentano stesse caratteristiche.

Il prof. Zouros ha concluso con un monito molto forte il suo intervento: “Entrare nella rete non è la fine di un lavoro, è l’inizio di un lavoro ancora più forte”.

Con questo ha introdotto il concetto di Valutazione e Rivalutazione, ossia come i geoparchi vengano monitorati ogni quattro anni e non è detto che uno sito non possa essere revocato dallo stato di Geoparco ed espulso dalla Rete mondiale dell’Unesco.

Aniello Aloia ha informato sul prossimo Congresso internazionale dei Geoparchi che si svolgerà a settembre in Inghilterra e, rivolgendosi al sottosegretario ai Beni Culturali e al Turismo, on.  Dorina Bianchi, ha auspicato anche di poter organizzare quello del 2018 in Italia.


L'incontro a Civita. (Photo di E. Pisarra)
Nel suo intervento il dirigente della Regione Basilicata, Francesco Ricciardi, ha parlato dei piani di gestione della ReteNatura2000, avvertendo i sindaci a voler seguire le dinamiche della rete e dicendosi certo che i Geoparchi non siano solo emergenze geologiche e che possono diventare volano per un nuovo geoturismo.

Franco Violo del Consiglio nazionale dei Geologi, riprendendo quanto detto da Aloia, ha chiesto una revisione della legge regionale calabrese sul Patrimonio geologico, e pensa a una qualche forma di “sfruttamento” delle catastrofi naturali come museo all’aperto e auspica che si inseriscano nei piani di studio universitario anche i geositi.

Invece Giampiero Sammurri, presidente di Federparchi, dopo l’elogio dell’iniziativa di Pappaterra, anche come componente dell’esecutivo della Associazione, è entrato nel merito della contraddizione legislativa dove non si parla di singolarità geologiche: tutto l’impianto ruota attorno alla conservazione della biodiversità.

“Non esiste una norma che contempli l’aspetto geologico” ha ricordato Sammurri.

Egli ha anche informato sulla legge 394 del 1991 (Legge Quadro sulle aree protette) in discussione al Senato in questo momento: ha avuto rassicurazioni dal ministro Galletti che la legge verrà licenziata entro fine anno; Samurri suggerisce di approfittare del momento per inserire norme specifiche per la tutela dell’aspetto geologico.

Mentre il turismo è in generale in calo in Italia, è in netto aumento quello nelle aree protette. Si parla con prudenza di 40 milioni di persone che visitano i parchi italiani nell’anno e l’incidenza delle visite guidate è molto elevato. Il brand di un parco aiuta e molto ed essi vivono se stanno insieme.

Di tutt’altro tenore l’intervento secco di Antonio Nicoletti, responsabile delle Aree protette di Legambiente, il quale ha espresso il rammarico per l’esclusione del Parco del Vesuvio come geoparco, ha sollevato una polemica sull’essere geoparco di parti delle Alpi Apuane dove esistono cave a cielo aperto ed è stato molto duro verso il Parco della Sila e quello della Val d’Agri: due aree protette inutili e che sarebbe bene chiudere.

La risposta del direttore del Parco delle Apuane, presente in sala, non si è fatta attendere:

“Le accuse gratuite di Nicoletti sono ridicole e pretestuose, atte ad un attacco inutile e gratuito verso la nuova dirigenza del Parco”.

Inoltre, Nicoletti, si è detto preoccupato, in quanto una volta ottenuto il marchio di geoparco sarà complicato riuscire a mantenerlo: resisteranno i siti alla rivalutazione di geoparco che si terrà dopo quattro anni, visto in che condizione socio-economica si trovano le aree protette italiane?

Il dirigente della Basilicata, Francesco Ricciardi, ha esulato dalle tematiche, ignaro di trovarsi a un convegno dove si discuteva di geoparchi, ha parlato della REB (Rete Ecologica della Basilicata), e su come fare la programmazione per spendere i fondi previsti dall’ASSE 5/Tutela dell’ambiente e uso delle risorse da impiegare come Rete natura 2000.

Sulla stessa scia si è posta l’assessore all’ambiente della Regione Calabria, Antonietta Rizzo la quale, anche lei forse inconsapevole di trovarsi in un incontro dove si discuteva di geoparchi, ha parlato della proposta lanciata ai comuni calabri di sottoscrivere un decalogo per l’accoglienza turistica, della tutela del castagno, del problema della depurazione delle acque e sulla pulizia delle spiagge e della accessibilità ai disabili.

Ha concluso la Tavola Rotonda l’on. Dorina Bianchi, viceministro ai Beni culturali con delega al Turismo, dicendosi favorevole a sponsorizzare la conferenza mondiale dei geoparchi da tenersi in Italia nel 2018.

Ha parlato della notizia del giorno, ossia il ritorno del Codex Purpureo a Rossano e della nuova sistemazione del Museo di Reggio Calabria.

Ha poi auspicato che la Calabria e il Meridione si sforzino di parlare di cose positive con l’impegno a conoscerle sempre meglio e a valorizzarle. Si è, quindi, dilungata nell’elencare i meriti di questo governo che – a suo dire – ha stanziato molti fondi per la cultura e per il Sud.

Ha anche comunicato di star lavorando con la sua squadra all’aumento della capacità di far marketing, con l’investimento di molti fondi nella promozione del “Sistema Italia”, perché il turismo è l’unica industria che continua a crescere nel nostro Paese.

Si è detta sicura di come presto anche la rete dei parchi farà parte di questa nuova vetrina che è l’ENIT.

Infine, ha raccontato di un suo viaggio in Giappone, per promuovere l’Italia, dove ha avuto la certezza che l’Italia è la prima nazione al mondo dove ognuno vuole venire.

Quindi, porte aperte del Ministero per qualsiasi progetto e con la massima disponibilità a lavorare insieme annunciando anche un progetto di piste ciclabili sul Pollino; inoltre si è detta molto preoccupata per la fine del Corpo Forestale dello Stato.

Nel pomeriggio, visita all’ecomuseo del Parco, del Museo Paleontologico di Rotonda e al Belvedere “Norman Douglas” di Civita.

Fin qui la cronaca della prima giornata dell’ottavo seminario sui Geoparchi Mondiali patrimonio dell’Unesco, ora le mie impressioni e non me ne vogliano gli organizzatori.

Fermo restando che l’iniziativa è lodevole, di grande respiro scientifico, di interesse internazionale, ci sono state, tuttavia, alcune défaillance.

In primo luogo l’assenza dei Presidenti delle rispettive Regioni, la dice lunga sull’interesse che i governi regionali hanno verso le aree protette.

In secondo luogo la scarsa partecipazione della popolazione locale è un dato preoccupante: vuol dire che quel famoso “effetto parco” per l’economia locale (e non solo) è definitivamente tramontato.

Mi rendo conto che in questo tempo apatico le comunità sono stanche di partecipare all’ennesimo convegno, a proposte di sviluppo, idee progetto; tuttavia è necessario parlarne, prospettare, farsi avanti con nuove idee per rilanciare la nostra area protetta.

Certamente è stato ottimo il lavoro di conduzione di Vincenzo Alvaro e del suo gruppo, ma è mancato un vero e proprio ufficio stampa e comunicazione dell’Ente che avrebbe dovuto informare con molto anticipo dell’evento, spiegare che cosa è la Rete dei geoparchi e quali benefici il Pollino e la sua gente può trarre da questo nuovo progetto.


Gli attivisti del Forum "Stefano Gioia" manifestano contro la Centrale
del Mercure. (Photo di E. Pisarra)
L’assenza totale delle Guide Ufficiali - quali veicolo di trasmissione di questa nuova idea - ha evidenziato il rapporto di collaborazione e il ruolo di quest’ultime nella promozione del territorio: sono perfettamente inutili!

La non presenza dei sindaci è anch’esso un segno preoccupante; sono i primi a non credere nel parco!

Ovviamente con le dovute eccezioni che, però, confermano a regola!

Anche la collaborazione con gli ordini professionali non deve essere finalizzata all’acquisizione dei crediti formativi (CFC), altrimenti si vanifica qualsiasi collaborazione disinteressata tra Parco e professionisti delle varie discipline.

Complimenti vivissimi agli organizzatori e alla ottima accoglienza a Mormanno, Rotonda e Civita e un ringraziamento particolare a “l’Osteria del Vicolo” di Mormanno che ha accolto con entusiasmo e prodotti tipici tutti gli ospiti che hanno assaggiato e gradito i piatti della tradizione mormannese e non solo.

Non si poteva non concludere il pranzo con un ottimo bocconotto di Mormanno alla ciliegia (anche se personalmente preferisco quelli al cedro di Scalea).

 


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